Comunicato presidio antisfratto GIOVEDÌ 19 Settembre.
PROBLEMI, SOLUZIONI E INVITI
IL PROBLEMA
Ossia: non avere una casa è un problema.
Giovedì 19 settembre il Comitato Monzese per il Diritto alla Casa ha organizzato un picchetto per evitare l’ennesimo sfratto.
Un picchetto riuscito, grazie alla determinazione e al cuore dei presenti e del Comitato.
Ancora una volta stiamo parlando, come già successo in passato, dell’appartamento dell’ALER di via Debussy 4, occupato ormai un anno e mezzo fa da Alessandra, suo marito e suo figlio.
(http://boccaccio.noblogs.org/post/2013/01/28/non-siamo-nessuno-vogliamo-tutto/
http://boccaccio.noblogs.org/post/2012/10/08/non-sara-lultimo-sfratto/
http://boccaccio.noblogs.org/post/2012/02/23/rinvio-sfratto-operazione-riuscita/)
Da tempo, oltre ai picchetti, portiamo avanti un ricorso al TAR perchè il Comune riconosca alla famiglia il diritto di avere un alloggio comunale a causa della grave disabilità del figlio.
Il Comune e il suo ufficio legale, però, si oppongono fortemente, giustificando questa scelta ripetendo questo mantra: “Se assegniamo la casa a lei, poi dobbiamo assegnarla a tutti quelli che occupano”.
Ma è possibile che le istituzioni si accaniscano su un singolo caso per giustificare le loro mancanze?
LA SOLUZIONE
Ossia: basta case senza gente e basta gente senza casa? L’AUTORECUPERO è la soluzione!
Vi ricordate della villetta in via della Villora? (https://boccaccio.noblogs.org/post/2013/08/25/verso-lautunno/)
Circa un mese fa, con tempistiche da record, il Comune sgomberò una famiglia che, dopo aver passato alcuni mesi tra casa di un amico e notti in macchina, aveva osato occupare una casa comunale vuota da un paio d’anni.
“Questo è un prezioso bene pubblico”, dicevano, “verrà presto assegnato ad una famiglia in difficoltà iscritta alla graduatoria”.
Vista l’urgenza di assegnare nuove case popolari, a fronte di una graduatoria di quasi mille famiglie, pensavamo che sarebbero subito partiti i lavori di ristrutturazione e conseguentemente l’assegnazione.
A un mese di distanza, invece, i lavori previsti sono a zero: un bel lucchettone sulla porta e la famiglia ospitata qualche giorno dal centro sociale Boccaccio, presso il campo sportivo di via Rosmini 11.
Le soluzioni invece ci sono: da tempo proponiamo che, ad esempio attraverso l’autorecupero,
chi ha diritto a una casa possa cominciare i lavori di ristrutturazione e scalare il costo della manodopera dai futuri affitti (per approfondimenti: boccaccio.noblogs.org/files/2013/01/Autorecuperiamo-Monza.pdf).
In tempo di grave crisi economica, e di conseguente emergenza abitativa, non possiamo più aspettare i tempi infiniti
della burocrazia e i giochi politici dei piani alti. Il lavoro di mappatura degli alloggi sfitti continua e l’urgenza di recuperare nuovi appartamenti a Monza è sempre maggiore. Ci riferiamo soprattutto agli alloggi pubblici, quel centinaio di case dell’ALER e del Comune che ancora vengono colpevolemente lasciate vuote.
Un centro sociale non è la sede adatta per ospitare chi subisce uno sfratto; ma se questo è il quadro che ci viene imposto, allora, le decine di case vuote di ALER e Comune saranno il nostro obiettivo e quando le condizioni lo renderanno inevitabile, agiremo.
L’INVITO
Ossia: siete tutti invitati a Roma. Il 26/09 e il 19/10.
Martedì 17 a Roma, i movimenti di lotta per la casa insieme a occupanti, migranti e famiglie con necessità abitativa hanno occupato la sede dell’ANCI per richiedere il blocco degli sfratti per morosità incolpevole.
L’associazione dei Comuni Italiani ha deciso quindi di fissare un incontro con i movimenti per il diritto all’abitare per giovedì 26 settembre.
Noi abbiamo un posto libero in macchina. Sindaco Scanagatti vuole un passaggio?
Che poi magari la capitale le piace e ci rivediamo lì sabato 19 ottobre, quando da tutta Italia verremo a Roma per richiedere diritti e partecipazione, futuro e reddito.
Comitato monzese per il diritto alla casa