Libertà per i compagni arrestati

SABATO 19 DICEMBRE DALLE ORE 12

PRESIDIO ITINERANTE ATTORNO ALLE MURA DI SAN VITTORE

IN SOLIDARIETÀ  CON I COMPAGNI ARRESTATI

PER LA MANIFESTAZIONE NO EXPO DEL PRIMO MAGGIO A MILANO


E  CON TUTTI I DETENUTI/E CHE LOTTANO NEL CARCERE DI SAN VITTORE

(APPUNTAMENTO IN VIA OLIVETANI ANGOLO V. LE PAPINIANO)

SIAMO CON GLI ARRESTATI PER LA MANIFESTAZIONE NO EXPO DEL 1° MAGGIO A
MILANO

Giovedì 12 novembre vengono arrestati 4 compagni italiani e 5 compagni
greci per aver partecipato alla manifestazione no Expo del primo maggio
a Milano, due di loro sono ancora in carcere a San Vittore, gli altri da
giovedì 10 dicembre sono agli arresti domiciliari e per i cinque
studenti greci, ora con l’obbligo di firma, è stata chiesta
l’estradizione in Italia che, se dovesse essere accettata, li
consegnerebbe al carcere preventivo in Italia.

L’accusa per tutti è di  “devastazione e saccheggio”, reato che
negli ultimi anni è stato più volte utilizzato per reprimere
manifestazioni di piazza, il quale prevede dagli 8 ai 15 anni di
carcere.

SOLIDARIETÀ A CHI È COLPITO DALL’ACCUSA DI “DEVASTAZIONE E
SACCHEGGIO”

Per aver preso parte alla manifestazione antifascista a Cremona il 24
gennaio scorso a seguito del grave ferimento di un compagno di Cremona
per mano fascista, alla manifestazione contro le politiche
“anticrisi” dell’UE del 15 ottobre 2011 a Roma, senza dimenticare
chi è ancora in galera o latitante per le giornate di Genova 2001
contro il vertice G8.

CONTRO LEGGI SPECIALI E STATO DI EMERGENZA

Con il pretesto del “terrorismo islamico” (conseguenza diretta delle
guerre di aggressione della NATO in Iraq, Afghanistan, Siria, Libia…)
vengono disposte leggi speciali dai governi di tutta Europa, dirette a
impedire ogni manifestazione che possa intralciare le loro ricette
“anticrisi” condite da precarietà e sfruttamento.

Emergenza significa militarizzazione delle città, applicazione di
“misure preventive” nei confronti di chi scende in piazza (fogli di
via, sorveglianza speciale, obbligo di dimora…), criminalizzazione
delle lotte, aggravamento delle condanne e carcere preventivo. Tutto
ciò col passare del tempo diventa normalità, come la realtà conferma.

SIAMO CON CHI IN CARCERE LOTTA

Contro i sempre più frequenti casi di morte che avvengono all’interno
delle carceri, causate dai pestaggi delle guardie, dalla privazione
delle cure sanitarie e dall’isolamento.

Contro il sistema punitivo-premiale fondato su ricatti e rappresaglie
che, sia dentro come fuori, cerca di rompere i legami di solidarietà
necessari per resistere e lottare. Un meccanismo che, tanto noto quanto
purtroppo taciuto, grava anche sui familiari delle persone detenute.

PER LA LOTTA COMUNE CONTRO LO STATO DI EMERGENZA IN OGNI AMBITO DELLA
SOCIETÀ, CARCERE COMPRESO.

LIBERTÀ PER TUTTI E TUTTE!

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