La morte della città in diretta su Youtube.
Sembra questo il triste destino di Monza: lunedì 11 gennaio è iniziata infatti in Consiglio comunale la discussione sugli interventi urbanistici di cui stiamo parlando da svariate settimane e che ci hanno portato in piazza con le critical mass di novembre e dicembre.
Il momento è grave e chi sta investendo un po’ di tempo per esaminare le posizioni della Giunta nelle sedute consigliari può capire la superficialità e l’arroganza con cui è stato deciso di calpestare ogni ragionevole argomentazione contraria all’operazione.
Interventi senza vergogna di assessore e consiglieri evidenziano che la decisione è già stata presa: sul piatto ci sono troppi soldi e troppi favori da restituire agli amici di sempre.
Nonostante lo sviluppo della discussione metta sempre più in evidenza il contrasto tra il progetto di città voluto dalla Giunta con le reali esigenze reali del territorio, nessuno entra nel merito delle obiezioni, agitando una generica necessità di sbloccare l’ “ingessatura” della città: fare, fare, fare, liberarsi di un passato inconcludente attraverso azioni, interventi, poco importa se queste avranno una ricaduta devastante sugli abitanti di oggi e di domani.
Chi vuole gru da tutte le parti, chi auspica palazzoni all’avanguardia sotto i quali potersi fare selfie, chi ammette la propria ignoranza in materia, ma “comunque l’edilizia tira l’economia e quindi va bene così”, chi attende il proprio turno per le votazioni davanti a una partita o a una serie tv.
Il quadro è a dir poco disarmante.
Nel 2011 le folli ambizioni edificatorie della Giunta Mariani furono sconfitte dalla forte presa di parola contraria da parte di ampie componenti cittadine, che si fecero sentire con manifestazioni e determinate presenze in Consiglio Comunale.
Oggi invece, causa Covid, questo passaggio cruciale per il futuro della città si consuma nel clima asettico di una diretta Youtube, circostanza che rende ancor più surreale la discussione, ma soprattutto riduce drasticamente la possibilità di esprimere dissenso da parte dei monzesi rispetto allo scempio in arrivo.
Che fare?
Non ci aspettavamo scenari diversi da questo Consiglio comunale: oltre a monitorare l’andamento dei lavori consigliari e denunciare l’enorme truffa che è stata progettata ai danni della comunità, occorre fin da subito raccogliere idee e forze per proseguire fuori dai palazzi nei percorsi di opposizione alla variante al PGT in tutte le sue articolazioni.
Servirà continuare nel lavoro di controinformazione, ma molto presto tornare nelle strade con azioni incisive contro i padroni della città.
Quando è finita non è ancora finita.