SULLA POSSIBILE “RIGENERAZIONE URBANA” DI VIA ROSMINI 11

SULLA POSSIBILE “RIGENERAZIONE URBANA” DI VIA ROSMINI 11

Lettera alla MOSS s.r.l. e agli iscritti e alle iscritte del CAI di Monza

Apprendiamo che all’interno della mappatura comunale relativa al cosiddetto “patrimonio edilizio dismesso con criticità” recentemente approvata dalla Giunta Allevi è stato inserito anche lo stabile di via Rosmini 11. Risulta quindi evidente che la nuova proprietà dell’area (ossia voi) intenda avvalersi, nell’ipotesi di dare forma a progetti edificatori, di sconti su oneri di urbanizzazione e premi in metri cubi di cemento, riconosciuti a chi volesse “rigenerare” uno stabile dismesso da oltre 5 anni.

Poco ci importa comprendere cosa intenda nel dettaglio la legge per “dismissione”: abbiamo già approfondito in altre sedi (Appunti sulla Turbourbanistica) le molteplici criticità della normativa urbanistica monzese, con leggi e provvedimenti scritti ad hoc per cementificare il territorio, alterarne l’identità, asfaltare la strada a un modello di città esclusivo ed escludente.

Preferiamo guardare alla realtà dei fatti e all’uso che migliaia di giovani e non solo ogni anno fanno della struttura di via Rosmini 11: a partire da questa osservazione ci sentiamo in dovere di ribadire che lo stabile in nessuna misura si può definire dismesso o sottoutilizzato o degradato, quantomeno in relazione a ciò che questi concetti significano nell’uso comune.

In relazione a ipotesi di sottoutilizzo vi rimandiamo alle statistiche sulle attività del 2019 (pre Covid) che non necessita di particolari commenti.

In merito al concetto di dismissione vi proponiamo invece un confronto visivo tra lo stato della struttura oggi e quello del 2011, anno in cui entrammo nell’area (allora sì dismessa e abbandonata) innescando un processo di autorecupero completamente autorganizzato e autofinanziato. Non abbiamo chiesto sconti, premi e permessi a nessuno, praticando una riappropriazione diretta di beni comuni in disuso, seguendo un modello che ovunque in Europa indica una possibilità di uscita dai processi di privatizzazione delle nostre città.

Anche con uno sguardo superficiale si può comprendere come le funzionalità originarie dell’ex centro sportivo Verga siano state rielaborate e amplificate grazie a una moltitudine di progetti sempre in grado di rimodellarsi, rispondendo a esigenze nuove. Un ex centro sportivo è diventato una struttura polifunzionale a 360°, elastica e densa di significati sociali e culturali.

Abbiamo per dieci anni costruito la legittimità delle nostre azioni giorno dopo giorno, sancendo il successo del modello di autogestione.

Poi siete arrivati voi, con i vostri soldi e la vostra proposta di “rigenerazione”. Avete deciso di comperare tutto, scegliendo proprio questa area tra decine di altre veramente dismesse (il Comune ne ha mappate oltre 100!) dimostrando di voler calpestare la nostra storia decennale.

In conclusione, per quanto vi possiate sforzare di giustificare legalmente l’enorme infamia di cui vi macchiereste qualora venisse confermata la volontà di sgomberare l’area di via Rosmini, ogni tentativo di mistificazione della realtà verrà riportato ai fatti grazie a una consapevolezza che non nasce in questi ultimi mesi, ma affonda le proprie radici in un percorso cittadino quasi ventennale sotto gli occhi di tutti.

FOA Boccaccio 003

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