Fotoracconto critical mass

Sabato 19 dicembre la seconda tappa della critical mass “Tra le ferite aperte di Monza” ha registrato il doppio dei partecipanti rispetto alla prima edizione del 7 novembre. In città si sta diffondendo sempre più la consapevolezza che le trasformazioni urbane in atto, con particolare riferimento alla variante al PGT in discussione in questi mesi, costituiscono un grave attacco alla vivibilità dei nostri quartieri e l’ennesimo regalo ai costruttori che si arricchiranno devastando Monza.
Rifiutiamo il modello di gestione dello spazio urbano basato esclusivamente sulla ricerca del profitto, contrastando il pericoloso mantra della “rigenerazione urbana” targata Allevi-Sassoli, le false utopie dei nuovi quartieri “green”, le inutili manie di grandezza delle archistar.
Disegniamo così insieme, dal basso, la nostra idea di città, in cui aggregazione, ecologia e solidarietà modellino i luoghi che abitiamo del presente e del futuro.
I mesi che ci attendono saranno decisivi su questo fronte perché, se alcune situazioni già sono compromesse, molte altre partite sono aperte e solo con un’ampia opposizione popolare si potranno bloccare i processi in corso, invertendone la rotta.
Siamo tutti/e chiamati ad azioni concrete per affermare la contrarietà alla variante al PGT e al devastante modello di sviluppo urbano in atto!

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La parete di arrampicata della FOA Boccaccio

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CRITICAL MASS / Seconda tappa

19 dicembre 2020 / Ritrovo ore 16.00p.zza Castello Stazione FS – Monza
CRITICAL MASS / Seconda tappa
Un nuovo giro tra le ferite aperte della città che soffoca tra cemento, speculazione e controllo sociale.
Contro la nuova variante al PGT, per una città liberata dalle ossessioni di profitto, accessibile ed ecologista.
Bici, skate, monopattini: vieni come vuoi, ma vieni. Ci divertiremo.
Dopo il primo giro in città lo scorso 7 novembre, vogliamo completare la mappatura dei luoghi simbolo della trasformazione urbana tossica a cui Giunta e speculatori stanno esponendo Monza.
Sono tempi in cui il tema della salute è sulla bocca di tutti.
Crediamo tuttavia che sia innanzitutto l’ambiente in cui abitiamo a determinare le condizioni di benessere (o malessere) delle persone.
Monza da questo punto di vista come sta?
Male, malissimo.
Viviamo in una città soffocata dal cemento, dal traffico, e, prima del virus, l’emergenza si chiamava pm10.
Eppure qualcuno vuole costruire ancora. Ovunque in città sono in arrivo cantieri e palazzine, intere aree verdi rischiano di essere cancellate.
Monza è poi la città in cui i cinema diventano centri commerciali, in cui le piazze vengono privatizzate, invase da tavoli e dehors, in cui i luoghi di libera aggregazione vengono costantemente sottoposti a divieti e repressione.
Il governo del territorio snatura spazi comuni, devasta le relazioni comunitarie, favorisce la disgregazione sociale.
Assessori e palazzinari: si siedono al tavolo e scrivono regolamenti urbanistici, disegnano varianti, si stringono le mani e si intascano i soldi.
La grande truffa della “rigenerazione urbana”, dell’imprenditoria “green”, della “smart city” nasconde logiche di profitto e di controllo tossiche per il territorio e per le nostre abitudini di vita.
Il punto di non ritorno si avvicina sempre più e ci sentiamo chiamati in causa nel mettere a fuoco questa emergenza.
Il 19 dicembre ci faremo quindi un altro giro rivendicando un modello di città completamente diverso, libero dalle ossessioni di profitto, accessibile, ecologista.
Bici, skate, monopattini: vieni come vuoi, ma vieni. Ci divertiremo.
Qui la mappa dei luoghi toccati finora.
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PGT. Incontro di autoformazione

Venerdì 11 dicembre, ore 18, FOA Boccaccio 003, via Rosmini 11, Monza
PGT / PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO
Incontro di autoformazione per chi vuole capirci qualcosa in più.
Chiacchere per non addetti ai lavori intorno al futuro nero di Monza, per trovare insieme la via per salvare la città.
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Parlare di PGT (Piano di Governo del Territorio) è indubbiamente noioso, tra intricate normative di riferimento, mappe di difficile interpretazione, definizioni tecniche sconosciute ai più. Eppure se il fazzoletto di verde sottocasa viene cementificato, o nel nostro quartiere viene edificato un ecomostro che nessuno voleva, o ancora se traffico e inquinamento diventano un problema quotidiano, se gli affitti diventano inaccessibili, la colpa risiede proprio nel modo in cui è stato pensato e approvato un PGT. Viene quindi da pensare che capirci qualcosa in più sia utile a mobilitarsi per il futuro di una città già agonizzante, appunto tra cemento, inquinamento, speculazione e controllo sociale.
Tanto più che a inizio 2021 la Giunta comunale vuole approvare una pericolosa variante al PGT vigente, che lascerà ancora più spazio all’edificazione selvaggia.
Noi ci stiamo mettendo la testa e ti invitiamo venerdì alle 18 in Boccaccio: un paio d’ore di autoformazione sul tema, aperto a chi vuole approfondire e, insieme a noi, costruire la prossima critical mass del 19 dicembre a Monza.
Ti aspettiamo.
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[Antiorario] Notti acide

In Boccaccio torna ANTIORARIO. Il circolo rivoluzionario di saperi. Un nuovo ciclo di incontri e corsi di formazione e scambio. In attesa di svelari tutti gli appuntamenti, vi invitiamo fin da ora al primo appuntamento dedicato alle tecniche della camera oscura.
NOTTI ACIDE. Laboratorio di camera oscura.
Tutto in una notte: sessione di scatto, sviluppo e stampa bianco e nero.
Un’occasione per approcciarsi alla fotografia analogica in tutte le sue fasi.
A fine laboratorio ti porti a casa la tua stampa A4.
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Tutto il materiale verrà fornito in loco, ma se hai rullini b/n da sviluppare, portali.
Se hai negativi bn tra i quali vuoi scegliere una foto da stampare, portali.
Max 10 partecipanti (5 euro di sottoscrizione per materiali).
Iscrizioni entro GIOVEDì 26 novembre alla mail boccaccio@autistici.org o via FB
Programma
ore 21.00 ritrovo
ore 22.00 sessione di scatto
ore 23.30 sessione di sviluppo
ore 01.30 sessione di stampa
ore 05.00 fine lavori
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Fare legna

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Corteo rimandato

A seguito di un approfondito confronto assembleare, abbiamo deciso di rinviare a data da destinarsi il corteo contro lo sgombero, previsto per sabato 21 novembre. Nonostante il buon esito di tutte le iniziative finora organizzate in difesa del Boccaccio, crediamo non sussistano oggi le condizioni affinché il corteo si svolga esprimendo il proprio potenziale di coinvolgimento e partecipazione da una parte, di comunicazione con la città di Monza dall’altra.
Anche la gravissima diffusione del virus in città ci ha indotto a rimandare il corteo (prematura ogni previsione sui tempi di una nuova convocazione), ma non mancheranno i momenti in cui in queste settimane ci faremo vedere a Monza con altre iniziative. 
FOA Boccaccio 003
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Monza ferita

Cementificare gli ultimi fazzoletti di verde in città, “rigenerare” aree dismesse affollando i quartieri di nuove palazzine, trasformare spazi culturali in centri commerciali, desertificare le piazze, sgomberare spazi sociali a favore del business dell’aggregazione a pagamento e della ristorazione d’elité…cosa hanno in comune tutti questi processi in atto su Monza?
I soldi, il profitto, la speculazione. Chiamatelo un po’ come volete, ma il disegno della città che verrà è un quadro a tinte scure, un modellobasato sul consumo,di suolo e di merci.
Una folle corsa al denaro nelle mani di abili imprenditori e affaristi, spalleggiati da una classe politica interessata e piacente.
Ogni angolo della città è piegato alla volontà di questi loschi figuri, che parlano di “parchi urbani”, “residenze green”, “quartieri a impatto zero”, ma che nei fatti stanno assestando il colpo di grazia al territorio in cui viviamo.
Costruire nuovi caseggiati e nuovi centri commerciali non soddisfa alcuna esigenza della comunità. Anzi.
Sgomberare gli spazi sociali e governare gli spazi pubblici a suon di ordinanze e divieti non soddisfa alcuna esigenza della comunità. Anzi.
Questa è una vera emergenza, un processo che rischia di essere irreversibile, di fronte al quale oggi decine di biciclette hanno attraversato la città per porre all’attenzione di tutti l’urgenza di mobilitarsi: il lockdown, che non ferma gru e intrallazzi, non può essere una scusa per bloccare ogni forma di dissenso!
La critical mass ha raggiunto alcuni luoghi emblematici di questa trasformazione, ne sono stati scelti nove esemplificativi (ma purtroppo l’elenco potrebbe essere ben più lungo), nove ferite aperte della città che soffoca tra cemento, traffico, speculazione e controllo sociale.
In questi mesi in cui ci chiedono di rinunciare alle libertà più elementari, in cui da più parti giungono appelli asacrifici e responsabilità in nome della tutela della salute, crediamo sia fondamentale ribadire che il diritto alla salute passa in primo luogo dalla definizione di una città capace di opporsi alla dittatura del denaro e di ricostruire il proprio senso intorno alla salvaguardia degli spazi verdi, alla libertà di fruizione degli spazi comuni e pubblici, al recupero dell’esistente e dello sfitto come modello di sviluppo urbanistico.
LA MAPPA DELLE FERITE APERTE
1*IPER MAESTOSO
Emblematico esempio di rigenerazione urbana: un ex cinema trasformato in centro commerciale. Uno spazio culturale riconvertito a tempio del consumo. Un capolavoro firmato dallo studio Edidata e associati, gente col fiuto dei soldi.
2* MOSS
Moss s.r.l. è la società di ristorazione che, insieme con il CAI, ha deciso di comperare l’area di via Rosmini 11: sgomberare la FOA Boccaccio è un ottimo investimento per allargare il proprio business nel campo della ristorazione per ricchi.
3* NEI & VIA BERGAMO
Retate ogni sabato sera con sbirri antipatici e prepotenti, lucchetti e chiusura di parchetti pubblici, divieti di bere all’area aperta e di ascoltare musica con gli amici: questa la ricetta della Giunta contro il “degrado”. Si crea quindi il deserto sociale, per poi lamentarsi dell’insicurezza.La nostra soluzione: riempire le piazze con iniziative e contenuti.La sicurezza è stare insieme, vivere bene, guardandosi le spalle uno affianco all’altro; il vero degrado è la loro desolazione.
4*EX TINTORIA DE SIMONI
Sgomberare uno spazio sociale genera i mostri: i capannoni fatiscenti di via Boccaccio 6 sono l’emblema dell’abbandono in attesa del prossimo cambio di destinazione d’uso dell’area.
5* TORRI DI SANT’AMBROGIO
Undici piani di “lusso concreto e accessibile”: in quartiere però lo chiamano l’ecomostro di via Messa. Eppure tutto è pronto per il raddoppio delle volumetrie, è in arrivo infatti la seconda torre. Non c’è limite al peggio.
6* VIA ASPROMONTE
Altro esempio di stabile abbandonato dopo lo sgombero della FOA Boccaccio. Perché il CAI non realizza qui la sua tanto agognata palestra di arrampicata? Lo spazio c’è, basta lavorare sul consenso del proprietario.
7* RESIDENZA BRAMANTE
Il vecchio imperatore del mattone Giambelli regala alla città un altro colpo da milioni di metri cubi di cemento: centinaia di appartamenti nuovi gonfiano la bolla immobiliare e intossicano il quartiere di traffico.
8* FOA BOCCACCIO
L’unica esperienza di autogestione e di autorecupero in città è sotto attacco da parte della cordata CAI e MOSS srl: “alpinisti”, ristoratori, imprenditori del mattone hanno comperato l’area per far girare un pò di soldi. Loro però la chiamano “Casa della montagna”.
9* EX GARBAGNATI
Diciassette palazzine sono il grande intervento di rigenerazione urbana previsto per questa area dismessa. Un progetto dal devastante impatto ambientale diventa “Arborea Living”, residenze di lusso a tinta green.
10* VIA PEROSI
Resiste qui un appezzamento agricolo di oltre 10.000 metri quadri. Ma attenzione: da qualche mese sono spuntate recinzioni che fanno da preludio alla più classica delle colate di cemento, con due palazzi e oltre 40 appartamenti in arrivo. Sarà la “Residenza Live Green Monza”, come la definiscono gli avidi immobiliaristi che vogliono realizzarla: in questo quartiere di “green” ormai è rimasto giusto il colore dei cartelloni pubblicitari dedicati a queste squallide operazioni edilizie.
11* VIA DELLA LOVERA
La Giunta Allevi esplicita nel proprio piano di alienazioni e valorizzazioni di spazi in disuso, che per questa area di sua proprietà è alla ricerca di qualcuno che si impegni nel “recupero e rifunzionalizzazione dell’immobile mediante progetti di utilità pubblica/sociale/sportiva”. E’ quindi questa la sede perfetta per la “Casa della montagna” che il CAI ha invece deciso di progettare sull’area di via Rosmini, preferendo sgomberare la FOA Boccaccio piuttosto che impegnarsi nel recupero di un’area in disuso. Come mai? Quale tacito accordo tra la Giunta fascioleghista e gli ingordi progettisti del CAI?
12* BOSCO VERTICALE
Stefano Boeri firma il progetto di recupero dell’ex Monzacar e mette sul piatto 3 torri da 14, 11 e 8 piani. Sarebbe il Bosco Verticale in salsa monzese: Regina Pacis come l’Isola dunque? Tutto fa fa rima con gentrification, densificazione abitativa, traffico…
13* VIA TICINO
Due grattacieli da venti piani ciascuno e il consueto corredo di spazi commerciali sono la terribile minaccia che grava sul pratone alle porte di San Fruttuoso. Un colpo nell’occhio e uno al cuore per un angolo di città già saccheggiato da brutture e cementificazioni.
14* BOSCO DI SANT’ANASTASIA
In gergo tecnico si chiama “rimboschimento compensativo convenzionato”. Nella pratica è un bosco tra discariche, fabbriconi, centri commerciali e vialoni trafficati dipinto come la panacea di tutti i mali ambientali della città. Non sarà certo lui a salvarci dal male. Meglio prima smettere di costruire.
15* EX COTONIFICIO SCOTTI
Ciminiera sì? Ciminiera no? Ciminiera forse? Questo è il problema. O meglio, un pezzo del problema. La verità che anche qui il recupero di un’area dismessa passa dal consueto intervento residenziale (una vera e proprio cittadella con palazzi fino a 8 piani) destinato ad accrescere inquinamento e traffico in una zona a bordo di viale Battisti… altro lampante esempio del monotematico concetto di “rigenerazione urbana” della premiata ditta Allevi & Sassoli.
16* EX BUON PASTORE
Qui l’area dismessa presenta anche caratteri monumentali, ma la lunga mano dei palazzinari di turno (Bp Real Estate) non guarda in faccia a nessuno e si ipotizzano 4 condomini e l’alterazione completa di un’area storica nel centro di Monza.
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CRITICAL MASS. Tra le ferite aperte di Monza

Confermato l’appuntamento con la CRITICAL MASS di sabato. Comprovate esigenze di lotta ci inducono a perseverare nel percorso di denuncia delle emergenze sociali e ambientali che gravano sulla città. In nessun modo i divieti del lockdown possono costituire un deterrente nel prendere parola su questioni urgenti e vitali, proprio in relazione ai temi del benessere e della vivibilità di Monza. Vi attendiamo quindi super puntuali alle 16 in piazza Castello. Partiremo senza ritardi così da evitare inutili attese e assembramenti.
Sabato 7 novembre 2020 -Monza
Ritrovo ore 16.00 – piazza Castello (Binario 7)
CRITICAL MASS
Tra le ferite aperte della città.
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Sono tempi in cui il tema della salute è sulla bocca di tutti.
Crediamo tuttavia che sia innanzitutto l’ambiente in cui abitiamo a determinare le condizioni di benessere (o malessere) delle persone.
Monza da questo punto di vista come sta?
Male, malissimo.
Viviamo in una città soffocata dal cemento, dal traffico, e, prima del virus, l’emergenza si chiamava pm10.
Eppure qualcuno vuole costruire ancora. Ovunque in città sono in arrivo cantieri e palazzine, intere aree verdi rischiano di essere cancellate.
Monza è poi la città in cui i cinema diventano centri commerciali, in cui le piazze vengono privatizzate, invase da tavoli e dehors, in cui i luoghi di libera aggregazione vengono costantemente sottoposti a divieti e repressione.
Il governo del territorio snatura spazi comuni, devasta le relazioni comunitarie, favorisce la disgregazione sociale.
Assessori e palazzinari: si siedono al tavolo e scrivono regolamenti urbanistici, disegnano varianti, si stringono le mani e si intascano i soldi.
La grande truffa della “rigenerazione urbana”, dell’imprenditoria “green”, della “smart city” nasconde logiche di profitto e di controllo tossiche per il territorio e per le nostre abitudini di vita.
Il punto di non ritorno si avvicina sempre più e ci sentiamo chiamati in causa nel mettere a fuoco questa emergenza.
Il 7 novembre ci faremo quindi un giro rivendicando un modello di città completamente diverso, libero dalle ossessioni di profitto, accessibile, ecologista.
Bici, skate, monopattini: vieni come vuoi, ma vieni. Ci divertiremo.
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Verso la Critical Mass del 7 novembre

Giovedì 29 ottobre, ore 19, FOA Boccaccio 003, via Rosmini 11, Monza

ASSEMBLEA APERTA: costruiamo insieme la critical mass del 7 novembre a Monza!

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Nel frastuono mediatico causato dalla pandemia non ci dimentichiamo che per stare bene dobbiamo innanzitutto abitare in città vivibili, in cui libertà e benessere non possono essere subordinati alla legge del denaro e degli interessi privati. Monza che tipo di città è oggi? Ma soprattutto, che città rischia di diventare domani? Quali sono le ferite aperte nei nostri quartieri? Rispondere oggi a queste domande è importante per trovare insieme il modo di salvaguardare spazi di libertà, sane abitudini di aggregazione, angoli verdi in una città soffocata dal cemento, dalla paranoia securitaria, dalla mercificazione di tutto. La critical mass del 7 novembre vuole essere un’occasione per mappare il male che ci circonda e raccontare invece quale modello di città abbiamo in mente. Vi aspettiamo quindi con le vostre idee giovedì 29 per scambiare idee e organizzarci. Fate girare la voce e portate amici e amiche!

+ bici + kaos + liberta’

Iniziativa nell’ambito della mobilitazione contro lo sgombero della FOA Boccaccio.

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