COSTRUIRE SOLIDARIETÀ contro la repressione

Pubblichiamo un terzo contributo di analisi in vista del corteo di sabato 9.

COSTRUIRE SOLIDARIETÀ CONTRO LA REPRESSIONE

Vent’anni di politica autorganizzata e di lotta in prima linea ci hanno obbligato a fare i conti con la repressione dello Stato, ma allo stesso tempo ci hanno anche insegnato che la solidarietà è un’arma. Denunce, processi, multe, condanne e assoluzioni sono parte integrante di un percorso politico che ha come obiettivo la trasformazione radicale del mondo che viviamo: saper fronteggiare collettivamente anche queste circostanze costituisce un aspetto fondamentale della nostra comunità politica.

Viviamo in tempi di guerra e come sempre in questi frangentiin cui si devono serrare i ranghi e zittire tutte le forme di dissenso possibile, il primo nemico da combattere è quello interno.

Stampa e politici, per riempire le loro pagine e i loro discorsi, amano strumentalizzare e utilizzare la favoletta di luoghi sempre più insicuri e del “buon cittadino costantemente messo in pericolo da un crimine incontrollabilecui si può porre rimedio soltanto aumentando le pene e il controllo, unica forma di gestione di un ordine sociale sempre più traballante.

Andare a un corteo, esprimere la propria opinione e il proprio disaccordo, lottare contro il dominio tecnocratico, dimostrare solidarietà alle persone detenutesono tutte forme di resistenza che espongono a una repressione sempre più massiccia e diffusa. Quella che era la quotidianità di chiunque facesse politica conflittuale diventa oggi materia di tribunale. L’unica divergenza ammessa è quella che rispetta le regole e che, seppur mobilitando grandi masse, non incide minimamente sui meccanismi del potere né scalfisce lo stato di cose presenti.

A Monza, l‘attuale giunta di centrosinistra non fa alcuna eccezione, situandosi in piena continuità con la precedente per quanto riguarda la politica securitaria e la narrazione della sicurezza. La Giunta Pilotto ha fatto anche meglio di quella precedente, sgomberandoci per ben tre volte in pochi mesi con la pretestuosa scusa della presenza di amianto e dell’ammaloramento degli edifici occupati.

Oltre a questo, per la prima volta in vent’anni, partirà anche un processo per il reato di occupazione in relazione all’esperienza di via Timavo, un grave precedente con cui Pilotto punta a colpire la nostra esperienza politica, attraverso un escamotage sempre più utilizzato dalle procure, ossia il tentativo di ridurre ad atto criminale un’attività ventennale di politica, autogestione e lotta sul territorio.

Non sarà certo questo processo, né gli altri che ci troviamo ad affrontare o che affronteremo, tanto meno gli sgomberi in successione, a porre fine alla nostra esperienza e alla nostra voglia di lottare

Rafforziamo percorsi di solidarietà e sensibilizzazione, facciamoci carico collettivamente di queste circostanze, esprimiamo complicità con chi è colpitə dalla repressione dello Stato!

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Sgomberata la FOA Boccaccio da via Verità

Nel corso della mattinata di oggi, mercoledì 6 dicembre, la Questura ha effettuato lo sgombero dell’area di via Verità 3 a Monza, occupata dalla FOA Boccaccio il 25 novembre.

Assistiamo all’ennesima dimostrazione della volontà della Giunta Pilotto di provare a reprimere la ventennale esperienza di autogestione monzese: invitiamo quindi tuttə a rispondere con forza e determinazione  partecipando al corteo di sabato 9, con concentramento alle 14 in piazza Castello.

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Vent’anni di occupazioni

Ci sono tanti modi per ripercorrere 20 anni di esperienza politica sul territorio e nei prossimi mesi ci sarà occasione di condividere pezzi della nostra storia, attingendo a un ampio archivio di materiali. In vista del corteo di sabato 9, proponiamo tutti i comunicati relativi alle 12 occupazioni che, a partire dal 2003, il collettivo della FOA Boccaccio ha messo in atto con l’obiettivo di trovare uno spazio dove sviluppare con continuità la proprie attività (sono escluse quindi TAZ o altri tipi di occupazioni “tematiche”). Si tratta di un lungo elenco di testi attraverso i quali è possibile ricostruire il filo rosso che unisce diverse generazioni di militanti in un percorso unitario di lotta. Un utile strumento per analizzare l’evoluzione di quella storia comune che ci porterà ancora una volta in piazza insieme sabato. Buona lettura!

15 novembre 2003
VIA BOCCACCIO

24 aprile 2004
VIA BOCCACCIO bis

06 dicembre 2008
VIA ARNALDO DA BRESCIA

27 giugno 2009
APOLLO

09 aprile 2011
VIA ASPROMONTE

03 maggio 2011
VIA DURINI

08 luglio 2011
VIA BOCCACCIO tris

16 luglio 2011
APOLLO bis

08 ottobre 2011
VIA ROSMINI

13 luglio 2021
VIA TIMAVO

21 settembre 2023
VIA VAL D’OSSOLA

25 novembre 2023
VIA VERITA’

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Comunicato occupazione aprile 2004

COMUNICATO STAMPA DELLA F.O.A. BOCCACCIO 003

26/04/04

 

Il Collettivo Monzese è tornato in via Boccaccio

 

Dopo lo sgombero della F.O.A. Boccaccio 003, avvenuto il 2 dicembre dello scorso anno, denunciammo che l’esigenza di spazi sociali non sarebbe stata cancellata con la repressione.

I “tutori dell’ordine cittadino” avevano innalzato barricate in difesa della legalità, salutando con sollievo lo sgombero del Centro Sociale, dove centinaia di giovani si stavano organizzando per dare vita ai propri progetti.

Da allora, nessuno più si è interessato al futuro della fabbrica di via Boccaccio, subito abbandonata al degrado. Lo spazio che per tre settimane è stato protagonista di vitalità, socialità ed aggregazione giovanile è subito tornato ad essere un buco nero della città, riconquistato da spacciatori ed eroina: tutto ciò non ha destato alcuna polemica, evidentemente la cosa importante era far tacere i ragazzi.

 

-PROGETTI PER IL FUTURO

In primo luogo la F.O.A. Boccaccio è un luogo di aggregazione liberamente accessibile a chiunque, senza obblighi alcuni, con spazi a disposizione di realtà associative che faticano a trovare luoghi in cui riunirsi e svolgere le proprie attività. Inoltre gli spazi della F.O.A. saranno a disposizione gratuitamente di chiunque (singolo o gruppo) venga a proporre dei progetti in linea con i nostri principi, contenuti nel manifesto politico del Collettivo Monzese.

Vi saranno sicuramente organizzati concerti, valorizzando soprattutto la scena underground brianzola, che fatica a trovare spazio per esprimersi. Nel settembre degli anni passati e in occasione del 25 Aprile abbiamo dimostrato di sapere organizzare manifestazioni musicali gratuite per il pubblico e siamo in contatto con moltissimi gruppi che ci chiedono di poter suonare alle nostre iniziative. Inoltre collaboriamo da tempo con associazioni che lavorano nel campo della musica, come “Mamaalma” , “M.I.A.O.” e “Mezzanima”, che useranno gli spazi del Centro Sociale per portare i loro gruppi.

Si organizzeranno mostre di giovani artisti che non hanno spazio per esporre: il Collettivo ha più volte occupato Piazza Roma con l’esposizione di opere d’arte, cercando di testimoniare la mancanza di spazi e dimostrando di condividere con i giovani artisti questo problema.

Sono in allestimento spazi per manifestazioni teatrali, che verranno usati sia dalle compagnie con cui siamo in contatto sia da dilettanti in cerca di spazio.

Il Collettivo Monzese ha inoltre dimostrato di saper gestire situazioni di rivendicazione politica, ricoprendo anche un ruolo centrale nell’organizzazione di diverse manifestazioni, sia a Monza (ricordiamo il corteo contro la guerra dello scorso 15 febbraio, ad esempio, o il concerto itinerante con che si è svolto per le vie di Monza a dicembre) che a Milano (come la prossima MAY DAY del 1° maggio).

 

-MANIFESTO POLITICO DEL COLLETTIVO MONZESE

1.a favore della libertà di espressione delle idee e contro

ogni forma di repressione del dissenso;

2.per una solida salvaguardia della nostra memoria storica, contro i

movimenti neofascisti, e contro ogni forma di regime

antidemocratico, violento e reazionario;

3.a favore di una società multietnica e di una integrazione

tra le diverse culture; contro l’ondata di intolleranza e xenofobia che

sta travolgendo l’Europa e l’intero mondo occidentale;

4.a favore di una informazione libera e indipendente; contro il tentativo

di manipolazione delle coscienze e delle opinioni attuato dai media,

5.a favore della tutela dei diritti e dell’emancipazione dei lavoratori e

del precariato sociale;

6.contro il neoliberismo e l’esasperazione della logica del profitto;

7.contro ogni forma di guerra imperialista, contro il terrorismo e le condizioni

politiche, ideologiche e militari che costringono ad utilizzarlo come unica

soluzione per la salvaguardia e l’affermazione dei propri diritti;

8.contro la globalizzazione, intesa come processo di estensione

su scala mondiale del modello economico neoliberista promosso

dalle potenze occidentali e dalla politica delle multinazionali.

 

-RAPPORTI CON PROPRIETA’ / AMMINISTRAZIONE COMUNALE
I rapporti con la nuova proprietà dello stabile di via Boccaccio e con
l’amministrazione comunale sono buoni: stiamo cercando un accordo che ci
permetta di costruire un’esperienza stabile, duratura e costruttiva per
l’intera città all’interno di queste mura.
Al momento esistono tutti i presupposti affinchè l’accordo abbia luogo:
noi siamo disposti ad assumerci tutte le responsabilità del caso ed a
portare avanti con serietà gli impegni presi. Confidiamo che anche le altre
parti coinvolte siano in grado offrire alla città una tal prova di maturità.

-SOSTEGNO AL BOCCACCIO
Esistono diverse realtà che sostengono il progetto Boccaccio 003.

Rifondazione Comunista si sta spendendo come intermediario tra noi e le istituzioni, lavorando dall’esterno affinché l’esperienza del Boccaccio non sia vista come un problema, ma come una risorsa per la città di Monza, in modo da garantire una permanenza stabile e continuativa all’interno dell’area.
Da tempo abbiamo allacciato relazioni con la CUB Monza, il sindacato
di base di via Piave, con cui stiamo preparando la creazione di uno
sportello informativo per i lavoratori precari all’interno del Centro
Sociale. Sempre con la CUB ci stiamo avviando verso una grande tappa di
rivendicazione: la MAY DAY del 1° maggio. Parade nazionale ed europea (che
quest’anno vedrà oltre 100mila persone) che abbiamo contribuito attivamente
ad organizzare in questi ultimi mesi. Anche grazie a noi quindi la precarietà monzese sfilerà in questo importante corteo.

Insieme al Gruppo d’Acquisto “Le perle ai porci” abbiamo portato avanti diversi percorsi. Sia la collaborazione nelle spese autogestite (che continueranno, anche all’interno del progetto Boccaccio 003), sia nelle campagne di appoggio e sostegno alle lotte dei Bananeros del Nicaragua.
Ci sono poi i gruppi teatrali, come la “Compagnia Stabile Monzese” e la “Compagnia degli Stracci”, a cui intendiamo mettere a disposizione spazi per prove e spettacoli. Con loro, come con tutte le altre realtà che faticano a trovare spazi adeguati per svolgere le proprie attività, abbiamo avviato una collaborazione che si salderà all’interno della FOA Boccaccio.

Con la “Fabbrica degli anticorpi” continueremo a lavorare su tematiche, quali la pace, l’immigrazione, la repressione, il nuovo ordine globale e tutto quanto concerne l’attualità.

Un ruolo importante nella vita del centro avranno anche gli studenti, già entusiasti della precedente esperienza: lo spazio sarà aperto alla loro esigenza di ritrovarsi in spazi autonomi e autogestiti.

 

 

Sarà quindi arte, musica, cultura, socialità e politica: non sono mai stati i contenuti a mancarci, e finalmente da oggi siamo di nuovo qui a rivendicare i nostri spazi.

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Workshop verso il corteo

DOMENICA 3 DICEMBRE, dalle ore 11 per tutto il giorno
FOA Boccaccio 003
Via Verità 3 – Monza

WORKSHOP VERSO IL CORTEO DEL 9 DICEMBRE
*Cori e coreografie
*Striscioni e materiali grafici
*Jam Writing

Costruiamo insieme materiali e coreografie per il corteo del 9 dicembre: la manifestazione di sabato prossimo sarà una grande occasione di visibilità per portare in piazza le nostre istanze. Abbiamo bisogno di tutte le vostre braccia e della vostra voce per garantire al corteo il massimo impatto comunicativo! Partecipa ai workshop di preparazione del corteo!

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Anomalie urbane / DIFENDERE LE OCCUPAZIONI

2. ANOMALIE URBANE

DIFENDERE LE OCCUPAZIONI

Via Val d’Ossola 4, Via Timavo 12, Via Rosmini 11, Via Boccaccio 6 e oggi via Verità 3. Questi indirizzi possono dire molto a chi li ha attraversati e vissuti, ma prima che un collettivo decidesse di occuparli e renderli vivi erano semplicemente aree dismesse, “buchi neri” nel tessuto urbano destinati a diventare nei piani dello speculatore di turno residenze di lusso o centri commerciali, oppure a marcire per decenni in attesa di un “cambio di destinazione d’uso”. Continua a leggere

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Assemblea pubblica verso il corteo del 9 dicembre

20 ANNI NON SONO ABBASTANZA
2003.2023 UN AMORE SENZA FINE

Giovedì 30 novembre 2023, ore 21
FOA Boccaccio 003, via Verità 3, Monza

ASSEMBLEA PUBBLICA VERSO IL CORTEO DEL 9 DICEMBRE

Ci siamo lasciatə esattamente due mesi fa in piazza Trento Trieste, sotto il Comune, con un’assemblea pubblica partecipatissima in cui si è ribadita l’urgenza di uno spazio sociale a Monza, in grado di soddisfare le esigenze di una larga fetta di popolazione insoddisfatta e che non si riconosce nelle politiche della Giunta Pilotto. Ora quello spazio è tornato a essere presente in città, dando continuità a un percorso che si prepara a festeggiare 20 anni di storia con il grande corteo di sabato 9 dicembre.

È giunto quindi il momento di rivedersi tuttə per preparare al meglio questa giornata, condividere le aspettative sulla manifestazione e decidere insieme temi e contenuti da sviluppare in piazza. Vogliamo che il 9 dicembre non sia semplicemente una data in cui ribadire ciò che abbiamo fatto in questi vent’anni, bensì guardare al presente e al futuro, affermando le istanze di chi, come noi, crede in un modello di città e società completamente diversi da quelli perseguiti dal potere di turno, si chiami esso Paolo Pilotto o Giorgia Meloni.

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La FOA Boccaccio rioccupa verso il corteo del 9 dicembre!

20 ANNI NON SONO ABBASTANZA: UNA NUOVA OCCUPAZIONE!

Alla faccia di chi ci vuole male ci risiamo: la Foa Boccaccio ha una nuova casa. Come tuttə noi deve anche lei accettare di avere una vita precaria, fatta di sgomberi e denunce perché, per un motivo o per l’altro, ormai siamo tuttə “del!nquent! t3rrorist3”. Che gli spazi in città ci siano lo abbiamo sempre saputo: Monza è piena di capannoni vuoti e di spazi dismessi. Eppure quotidianamente partono progetti per la costruzione di nuovi eco-mostri. Le ultime due occupazioni, quella di via Val d’Ossola e via Timavo, sono state sgomberate per “motivi di sicurezza”. Ringraziamo caldamente la questura e i suoi amici per avere a cuore la nostra sicurezza ma, come abbiamo già detto, se in 20 anni nessunə si è mai fattə male a causa dell'”ammaloramento” dello spazio che in quel momento attraversavamo, non è per una botta di culo che dura da 20 anni, ma perché sono sempre state condivise le competenze e gli strumenti necessari per far sì che quello spazio sicuro lo fosse. Infatti dov’erano loro quando, durante l’ultima occupazione di Via Val d’Ossola, centinaia di persone hanno trasformato radicalmente quello spazio rendendolo praticabile e accessibile? Probabilmente a farci le macumbe, invano. Noi a berci le birrette soddisfattə.
Contro la prepotenza di palazzinari e istituzioni opponiamo la potenza dei nostri corpi, delle nostre relazioni, dei nostri desideri. Sono tempi duri e non vogliamo far finta di niente come invincibili eroi romantici: governo, giunte, questure continuano a fare il loro lavoro e quello che hanno sempre fatto, ovvero soffocarci. E ogni giorno sempre di più. Siamo però affamatə di pratiche e relazioni nuove, e ora andiamo a cercarle. Ripartiamo da Via Don Giovanni Verità 3 con l’obiettivo primario di rendere questo spazio il laboratorio politico per la costruzione del corteo del 9 dicembre.
I prossimi appuntamenti:
– QUI E ORA per fare due chiacchiere e proseguire con un aperitivo e musica diffusa fino a mezzanotte;
– DOMANI,DOMENICA ore 18 assemblea + aperitivo separati per donne e soggettività femminilizzate + h 21 passeggiata notturna aperta a tuttə;
– TUTTE LE MATTINE DELLA PROSSIMA SETTIMANA dalle 6 alle 8 colazione antisfratto;
– GIOVEDì 30 NOVEMBRE assemblea pubblica in vista del corteo del 9 dicembre.

Vi aspettiamo in via Don Giovanni Verità 3. Vogliamo essere numerosə e vivaci. Non tardare!

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Facciamo da noi / DIFFONDERE AUTOGESTIONE

Qui di seguito il primo di tre contributi testuali che, a cadenza settimanale, pubblicheremo in vista del corteo del 9 dicembre: si tratta di riflessioni condivise sulle tematiche che porteremo in piazza quel giorno.

1. FACCIAMO DA NOI DIFFONDERE AUTOGESTIONE

C’è un mondo in cui non esistono mediazioni tra noi e i nostri bisogni, tra noi e i nostri desideri. C’è un mondo in cui ci riappropriamo del nostro tempo, degli spazi che abitiamo e conosciamo. Dove in uno spazio liberato dalle logiche del consumo e del profitto apriamo un consultorio femminista, sportelli per migrantə e lavoratorə precarə, in cui organizziamo concerti punk, raduni di autoproduzioni, cineforum.  Continua a leggere

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Fuoco cammina con me

Come stiamo?
Questo fine settimana abbiamo avuto conferma del femminicidio di Giulia
Cecchettin, solo quest’anno la 105esima sorella uccisa in Italia.
Lunedì è stato il Transgender Day of Remembrance (TDOR), in ricordo
delle persone uccise dalla violenza transfobica, centinaia nell’ultimo
anno in tutto il mondo.L’Osservatorio nazionale femminicidi, lesbicidi e
trans*icidi, curato da Non Una di Meno, cerca di fare i nomi di tutte le
soggettività colpite ogni anno in Italia dalla brutalità della violenza
di genere. Questo elenco per noi è intimo, politico, fatto di corpi e
storie che meritano di diventare memoria viva. I nomi delle persone
trans* in questo elenco odioso per il 2023 compaiono imprecisi, perché i
tragitti per arrivare a loro sono incidentati, nebbiosi, fatti di strade
che i privilegi di alcun* non conoscono e non percorrono: i muri che le
politiche hanno innalzato attorno alle loro vite sono ancora troppo
alti. Bruna Cancio dos Santos è l’unica di cui abbiamo nome e cognome.
Sappiamo di un secondo caso di trans*icidio, quello di Janaina, di cui
però non conosciamo il cognome. Un’altra sorella è addirittura anonima.
Una violenza doppia, quella di chi scompagina le norme di genere e la
biologia come destino: morte e invisibilità, in un connubio che uccide
anche con vuoti e distanza. Una violenza addirittura tripla, se i loro
corpi erano stati razzializzati in un Paese che non esitiamo a chiamare
suprematista.
Noi non asseconderemo neppure le propagande razziste e discriminatorie
che utilizzano la violenza maschile sulle donne per diffondere una
“paura del diverso”. L’immagine del “nero offensivo”, dello “straniero
stupratore” non fa altro che rafforzare le politiche securitarie e
carcerarie che trasformano il corpo delle donne, soprattutto quelle
razzializzate, in un corpo-vittima da salvare. Rifiutiamo
quest’etnicizzazione dello stupro, figlia di un sistema patriarcale
bianco e conforme, interessato a strumentalizzare i nostri corpi per
tutelare i suoi interessi. Contro questi dispositivi di controllo e di
potere vogliamo trovare nuove pratiche politiche, fare nuove alleanze.
Martedì abbiamo avuto la notizia della morte di Rita Talamelli, la
106esima sorella uccisa.
Ci teniamo a gridare che oggi non pensiamo ai femminicidi solo come
omicidi, ma anche come tutti i suicidi firmati da una violenza che
agisce in direzioni molteplici, a volte da dentro, rendendo la vita un
peso insopportabile. Pensiamo a Cloe Bianco, professoressa trans*
“suicida di transfobia” nel 2022.
Abbiamo sentito questi lutti sulla nostra pelle e questo dolore nelle
nostre ossa. Siamo stanche. E siamo arrabbiate.
Questo sabato sarà la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere.
Noi sentiamo il bisogno di prenderci un nostro momento, un nostro spazio per guardarci in faccia, stare insieme e chiederci “come stiamo?”
A parlare con rabbia.
A parlare della nostra rabbia e del nostro dolore.
A dirci che Giulia, Bruna, Janaina, Cloe e Rita potevamo essere noi,
nostra sorella, nostra madre, la nostra amica.
Che abbiamo paura, ma non vogliamo più averne né quando camminiamo da
sole di notte, né quando siamo a casa.
Non vogliamo più doverci difendere e non vogliamo più avere paura degli
sconosciuti per strada, dei nostri padri, dei nostri amanti, partner,
amici,ex, di tutti questi “bravi ragazzi”.
Vogliamo trovare la nostra forza e le nostre risposte, insieme, nella
sorellanza. Ma vogliamo anche condizioni economiche migliori, per
potercene andare da case che diventano luoghi di pericolo e asfissia. La
nostra autodeterminazione è anche una questione materiale: da secoli
diventiamo loro proprietà perché manca reddito, manca un modo diverso di
pensare la parentela e le relazioni, mancano spazi e nomi per una
società diversa! Vogliamo spazi e tempi sicuri, di piacere e
condivisione! Ci vogliamo vive, vogliamo il pane e anche le rose!
DOMENICA 26 NOVEMBRE 2023
h 18 Circolo Zeguina (via Col di Lana 30 a Monza)
Chiacchierata con aperitivo tra donne e soggettività femminilizzate
h 21 Riprendiamoci la notte (partendo dal circolo Zeguina)
Facciamo una passeggiata notturna per le strade di Monza. Donne, persone non binarie, uomini
alleati, tuttx insieme. Perché la lotta alla violenza di genere ci riguarda tuttx. Dopo ogni femminicidio, lo Stato risponde con le solite soluzioni repressive, inasprendo le pene, militarizzando i territori, dando più soldi e poteri alla polizia, fomentando odio razzista e classista. Quello stesso Stato che taglia i finanziamenti ai centri
antiviolenza, alla prevenzione della violenza di genere, e si oppone all’educazione affettiva e sessuale nelle scuole e anzi sembra sabotarla, nominando un negazionista della violenza di genere come coordinatore di tali progetti, tale Alessandro Amadori.
Per trasformare la realtà c’è bisogno di una rivoluzione collettiva, culturale, sociale, economica, a cui dobbiamo partecipare tuttx. Bisogna andare alla radice del problema e abbattere le cause strutturali della violenza patriarcale, di cui i femminicidi sono solo la punta dell’iceberg. Violenze, minacce, molestie, discriminazioni, disumanizzazione, sono vissute ogni giorno sulla propria pelle da tantissime donne, soggettività LGBTQIA+, persone razzializzate e marginalizzate, migranti, sex workers, detenute. Questa lotta riguarda tuttx perché non siamo noi a doverci difendere, coprire, guardare le spalle, non alzare la voce. Ognunx di noi può essere parte di un cambiamento collettivo. In questo momento, soprattutto, tutte le persone socializzate come uomini devono prendersi una responsabilità: interrogarsi su cosa stiano facendo concretamente per essere davvero
nostri alleati, per cambiare davvero questo sistema, e in cosa invece
siano ancora complici della violenza di genere nelle sue tante forme
quotidiane, dalle più piccole e invisibili alle più eclatanti.
Ascoltarci, darci spazio, e poi informarsi, decostruirsi, far sentire la
propria voce, parlarne con gli altri uomini, partecipare attivamente a
un cambiamento, camminare davvero al nostro fianco.
Per ricordare Giulia, Bruna, Janaina, Cloe, Rita, e tutte le sorelle
uccise.
In solidarietà a Elena Cecchettin, sorella di Giulia, contro gli
attacchi che sta ricevendo per avere il coraggio di dire pubblicamente
una verità scomoda sulla violenza del patriarcato.
Per tutte le sorelle che lottano ogni giorno per restare vive, per una vita bella, insieme.
Non è più il momento di stare in silenzio.
Unite nella rabbia.
Protette nella sorellanza.
// Le streghe della FOA //

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