FOA Boccaccio VS United Refugees

 

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Depuis 12 ans, FOA Boccaccio 003 est le Centro Sociale occupé et autogéré de Monza.

“Centro Sociale” signifie qu’il s’agit d’un endroit où ont lieu activités politique et culturelles, destinées aux habitants de la ville et des pays voisins. Concerts, spectacles, dîners, présentations de livres et de films, ateliers, sport populaire… Le programme du Boccaccio est pleine des événements, liés par les valeurs de l’antiracisme, antifascisme, anticapitalisme et justice sociale. Les personnes ici sont considerées en tant qu’êtres humains et on lutte contre toutes les formes de discrimination raciale, ethnique, religieuse, sexuelle.

Les activités sont organisées grâce aux efforts de bénévoles qui font partie du collectif de gestion et de tous ceux qui veulent aider: personne n’est payé.

“Occupé et autogéré” signifie qu’il s’agit d’un endroit non-institutionel, où le decisions sont pris ensemble dans les rencontres hebdomadaire. Chacun a le même valeur, il n’existent pas chefs ou hiérarchie: le collectif est ouvert à tous ceux qui respectent les principes et l’histoire du lieu.

Depuis octobre le Boccaccio a commencé  à organiser des soirées dediées aux nombreux migrants arrivés a Monza e dans les environs. Les premières initiatives ont eu beaucoup de participation. On aimerait que les matches de football, les dîners et les discussions deviennent moments d’échange et interaction, afin de mieux se connaître et créer ensemble quelque chose de significatif à partir d’un rapport de connaissance et confiance mutuelles. Pour ce faire, il est important de se sentir libres de faire des propositions sul les initiatives futures et de s’exprimer sur le propositions avancées par des autres. Continua a leggere

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Buone ricette in tempi difficili. Autunno 2015

In arrivo l’ultimo appuntamento dedicato al Kurdistan: giovedì 19 novembre, cena e dibattito con i compagni monzesi ritornati dal Bakur!

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Attacco a Sirnak

Ierı notte la polızıa ha attaccato 4 quartıerı dı Şırnak. Dall’appartamento dove cı trovavamo erano ben vısıbılı ı baglorı delle granate. All’alba ı conflıttı a fuoco sono rıpresı con maggıore ıntensıta’ e sono contınuatı per 6 ore. Colonne dı fumo nero solcavano l’orızzonte. Il bılancıo dell’operazıone sembra essere totalmente sfavorevole per forze governatıve: agenzıe dı stampa dı regıme parlano dı 2 agentı mortı, mentre secondo le YDG-H sarebbero 5; ın ognı caso nessun compagno ne cıvıle e’ rımasto uccıso. Velocemente sı e’ dıffuso un tweet che avverte della partenza dalla base dı Nusaybın dı 1500 veıcolı dı polızıa ed esercıto dırettı verso l’est; un altro tweet confermerebbe l’ıngresso ın cıtta’ dı almeno 50 dı questı blındatı (vedı foto). Esemplare la rısposta dı un sıgnore del luogo: ”che ne mandıno anche 5000… ı nostrı fıglı cı dıfenderanno!!”. Noı ınvece con meno coraggıo opteremo per andarcene verso est con ıl prımo bus della mattınata dato che 5 polızıottı mortı e 50 blındatı sono datı poco rassıcurantı; non voglıamo rıschıare dı rımanere bloccatı ın cıtta’ e non poter raggıungere la nostra prossıa tappa alla scoperta dell’autogoverno: Yuksekova (Guewar ın curdo, dove comunqua la sıtuazıone repressıva non sembra affatto mıglıore, 2 bambini uccisi oggi).

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Ore 21, nel quartiere Yeni ha inizio una battitura  che si dilaga spontaneamente in tutta la citta`. Tutti  battono pentole e cancelli, fischiano, urlano, accendono e spengono le luci delle proprie abitazioni, uno spettacolo incredibile che dura da quasi un’ora (e io ho la fortuna di assistervi dal sesto piano di un palazzo). Questa e’ la risposta degli abitanti all’attacco di stamattina: 5 sbirri morti e nessun compagno o civile, questa e’ una citta’ che sta urlando “non vincerete mai!”

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CAMPI PROFUGHI YAZIDI: TRA ATTESA E DETERMINAZIONE

CAMPI PROFUGHI YAZIDI: TRA ATTESA E DETERMINAZIONE
In Turchıa ı campı profughı che ospıtano le popolazıonı colpıte dall’avanzata del DAESH sono gestıtı o dall’AFAD o dall’HDP; neı prımı, al parı dı quellı gestıtı dalla protezıone cıvıle ın ıtalıa, non é possıbıle accedere per vısıtarlı, neı secondı é relatıvamente facıle ottenere ıl permesso per entrare e documentare la sıtuazıone.
Con la carovana del 15 settembre abbıamo vısıtato ı campı deı profughı sırıanı nel dıstretto dı Suruç ( http://boccaccio.noblogs.org/post/2015/09/14/carovana-internazionale-a-kobane/#more-5382), che ın questı mesı sı stanno svuotando rapıdamente. Al momento sono rımaste cırca un quınto delle persone rıspetto a qualche meşe fa poıché ın moltı hanno scelto dı rıtornare ın Rojava e moltı dı pıú hanno tentato la vıa dell’Europa.


Il mıo vıaggıo é proseguıto ın compagnıa dı un’amerıcana turco-parlante ınteressata alla sıtuazıone neı campı profughı Yazıdı rıspetto aı qualı ha un progetto molto partıcolare e personale che devo ammettere ha catturato ıl mıo ınteresse e ho decıso dı darle una mano.
Abbıamo provato (e sembrerebbe con successo) a mettere dırettamente ın contatto ı profughı Yazıdı con alcune assocıazıonı umanıtarıe che sarebbero dısposte a fornıre loro supporto (ın partıcolare assocıazıone Rojava), scavalcando l’organızzazıone HDP che gestısce ı campı.
Ammetto che lavorare alle spalle e all’ınsaputa dell’HDP potrebbe sembrare poco ortodosso ma la gestıone deı campı varıa veramente molto da sıtuazıone a sıtuazıone: come ın alcunı campı é possıbıle trovare deı responsabılı apertı e dısponıbılı, cosí ın altrı campı cı sı puó trovare dı fronte a un muro dı gomma ımpermeabıle a ognı ınızıatıva che non arrıvı dal partıto. Continua a leggere

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Non sono le bombe, il vostro silenzio ci uccide

“Non sono le bombe, il vostro silenzio ci uccide” è la frase scritta su di un muro comparsa ad Ankara questa mattina.
Proprio per questo è urgente passare all’azione, è ora di agire! Scendiamo in piazza in tutta Italia a sostegno della pace, contro le stragi di stato ed il terrorismo di Erdogan

Martedì 13 Ottobre
MILANO ore 19 da Piazza San Babila presidio e corteo verso Piazza Duomo
Sabato ad Ankara, a un corteo convocato dall’HDP per chiedere “Pace, democrazia e lavoro”, un duplice attentato ha ucciso 128 persone e ne ha ferite più di 500. Continua a leggere

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Anarchismo e democrazia

15102015
Nell’aprile 1877 un gruppo di rivoluzionari internazionalisti aveva cercato di provocare una sommossa armata generalizzata a partire dal Matese, ma il tentativo, durante il quale due carabinieri erano stati feriti durante uno scontro (uno di essi morì alcuni giorni dopo), non aveva avuto fortuna e i componenti della “Banda del Matese” erano stati catturati dall’esercito italiano accorso in forze. Nel processo che seguì i rivoltosi furono assolti e liberati.
Due dei protagonisti dell’episodio – Errico Malatesta, tra i principali organizzatori, e Saverio Merlino, avvocato difensore al processo di Benevento – furono nei venti anni successivi, in Italia e in esilio, tra le figure di maggior rilievo dell’anarchismo italiano. Il 29 gennaio 1897, con le elezioni alle porte, Il Messaggero pubblicava una lettera di Merlino che dichiarava superata la posizione astensionista e invitava a rivolgere il voto verso i candidati del Partito socialista. Con la risposta di Errico Malatesta prenderà il via una lunga polemica a mezzo stampa tra i due vecchi amici che analizzerà a fondo i temi, ancora oggi attualissimi, che caratterizzano la contrapposizione tra anarchismo e democrazia.

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Cantastorie di resistenza

Cantastorie di resistenza

Un aspetto centrale del più ampio progetto di trasformazione che oggi definiamo Confederalismo democratico è rappresentato dalla resistenza culturale. Per i curdi la parola “cultura” non indica solamente la tradizione in senso stretto ma comprende la varietà artistica, espressiva e di modi di vita dei popoli dell’area che ancora oggi chiamano Mesopotamia; in secondo luogo, non rappresenta un’attività neutra e slegata dal contesto storico.
Fin dalla sua nascita, lo Stato turco ha avuto come pilastro l’assimilazione forzata delle minoranze etniche, tentando di controllarne la lingua e le usanze, fino al loro sradicamento. Tutti i popoli che si sono trovati forzatamente a vivere in Turchia, dal 1923 hanno subìto la violenza culturale e militare del nazionalismo di Stato. Continua a leggere

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Atlantide lotta per vivere

Bologna 8.10.2015
E’ difficile cercare di tratteggiare la trama di un’esperienza oggi, quando troppe trame si stringono tra molteplici esperienze, lotte e desideri a descrivere la storia di un solo spazio di pochi metri quadrati e dei suoi tantissimi protagonisti, soprattutto nei giorni in cui un finale scritto tra promesse bugiarde vorrebbe essere firmato con la violenza di uno sgombero…
Favolose froce, coraggiose femministe e nerissime punk avevano in comune l’amore passionale per l’autogestione come unica forma condivisibile di vivere la socialità, e la libertà di espressione del proprio desiderio come risposta consapevole di una minoranza cosciente; ma questa esperienza decennale di convivenza ha anche ampliato i confini delle proprie idee, arricchito le proprie pratiche di eccezionali contaminazioni. Continua a leggere

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Three Days Third Half

TREGGGIORNI

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Le Sartine V edizione

I vestiti sono il simbolo dello sfruttamento delle masse, perciò ogni
vestito che indossiamo rappresenta una persona sfruttata ed un danno
ecologico al pianeta. a

L’abito preconfezionato è un’imposizione del
sistema capitalistico per omologare e catalogare gli individui:
imparando a confezionarci gli abiti, potremmo liberare oltre che le
nostre menti, le nostre capacità manuali, per creare individualmente
un’esistenza migliore per la comunità. Continua a leggere

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